Tra le onde del Mediterraneo, a Lampedusa, si è consumata una storia di impegno e solidarietà. Oltre 500 studenti, provenienti da tutta Europa, si sono riuniti per discutere di un tema che ci riguarda tutti: l’accoglienza. Tra questi, un gruppo di ragazzi dell’IIS Andrea Ponti di Gallarate, che hanno portato la loro energia e le loro idee in un contesto così intenso e significativo.
Angelo M., studente di 18 anni, ricorda ancora l’emozione provata ascoltando la testimonianza di un sopravvissuto a un naufragio: “Mi sono sentito molto piccolo di fronte alla sua storia, ma ho capito che ognuno di noi può fare la differenza”.
Suddivisi in workshop, i giovani hanno lavorato a stretto contatto con attivisti, sopravvissuti e rappresentanti delle istituzioni. Hanno discusso di temi come i diritti umani, le cause delle migrazioni, e le politiche di accoglienza.
Matteo M., un altro studente di Gallarate, racconta: “Abbiamo assistito a spettacoli e conferenze realizzati da nostri coetanei di altri istituti, accumunati dall’idea di un mondo senza frontiere. È stato un modo per dire che siamo tutti uguali, nonostante le nostre differenze”.
L’evento ha rappresentato un’occasione unica per confrontarsi, crescere e costruire relazioni. Ma è stato anche un momento di profonda riflessione sottolinea il prof. Cattaneo Fabio, docente dell’Istituto Gallaratese.
Come ama ricordare Tareke Brhane, presidente del Comitato 3 ottobre: “Il continuo dialogo con le nuove generazioni è fondamentale. I ragazzi ci dimostrano ogni giorno quanto siano sensibili e consapevoli delle grandi sfide del nostro tempo”.
Tornati a Gallarate, gli studenti dell’IIS Andrea Ponti si faranno portavoce di questa straordinaria esperienza. Organizzeranno incontri, creeranno materiali informativi e coinvolgeranno l’intera comunità scolastica in progetti di solidarietà.
“Vogliamo che la nostra scuola diventi un luogo di incontro e di scambio culturale”, afferma Angelo, studente del 4° anno. “L’impegno a Lampedusa è solo l’inizio di un lungo percorso. Vogliamo costruire un futuro migliore, dove tutti si sentano accolti e rispettati”.
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